Recuperare la presenza mentale
La presenza mentale è la pratica di vivere la vita nel momento presente.
Il disagio di fondo definito nel pensiero orientale dukkha, è spesso causato dalla frenesia, dalla fretta, dal fare le cose in maniera compulsiva e automatica.
Certamente possiamo addossare le responsabilità di tutto questo alla società frenetica in cui viviamo, ma rendiamoci anche conto che la nostra società è estremamente malata e il disagio interiore è ovunque, è un po’ in tutti noi. Per evitare il contatto con noi stessi facciamo spesso questo: agire in fretta e in frenesia.
Solo unendo la mente al corpo possiamo avvicinarci alla presenza mentale.
Cominciamo con il ritorno al respiro, il concentrare la nostra mente sull’inspirazione e l’espirazione.
Il respiro è l’anello di congiunzione tra il corpo e la mente, il più importante regolatore di tutto l’organismo.
Dal maestro zen Tich Nath Hanh una tecnica di respiro cosciente da poter fare di tanto in tanto ( in macchina, mentre raggiungiamo il posto di lavoro, in una pausa):
mentre inspiriamo diciamo mentalmente “so che sto inspirando” e mentre espiriamo “so che sto espirando”. Tutto qua e poi le formule diverranno “dentro” “fuori”.
Il suggerimento M&R è di concentrarsi su un respiro calmo, profondo, diaframmatico.
Il corpo diventerà allentato, alleggerito, la muscolatura più distesa, le posture più morbide.
La fretta e l’agitazione saranno sostituite da un maggior stato di benessere e di calma.