Cerchiamo radici cerchiamo ali. Alla ricerca della felicità.
Aneliamo.
Tendiamo le braccia, allunghiamo il collo, puntiamo la freccia, guardiamo le stelle, rovistiamo nel nostro animo, frughiamo come profughi, facciamo zapping e footing, andiamo in terre straniere, diventiamo vegani o onnivori, balliamo su note lente o sfrenate, diventiamo rapaci o fringuelli, tentiamo di volare con ali fittizie incollate tra spalle incurvate.
Dove stiamo andando, dove vogliamo andare?
Che cosa stiamo cercando?
Che cosa vogliamo trovare?
Ci accontentiamo di trovare Pokémon o vogliamo battiti e palpiti e fremiti, derma che pulsa e che copre vasi sanguigni roventi di vita?
Vogliamo lacrime che bagnano la terra e fanno fiorire germogli o sentire il rumore dell’arena che acclama e bestemmia?
Cerchiamo frammenti di stelle da incollarci su un cuore, che nel petto ci batte, perché quel muscolo fa il suo dovere o vogliamo disegnare l’ impronta di questo nostro cuore in mezzo alle stelle?
Cerchiamo.
Onoriamo e disonoriamo, scartocciamo caramelle e accartocciamo sogni.
Ci guardiamo allo specchio e siamo piccoli, grandi e ancora grandi e piccoli.
Sbuffiamo al nostro tormento, depositiamo quelle domande che diventano paure e non guardiamo più l’orizzonte, non ci chiediamo cosa c’è al di là di esso.
C’è il luogo che stiamo cercando.
C’è la fine dell’agonia di quella corsa sfrenata.
C’è il nostro cielo, nostro, di tutti eppure mio.
In fondo cerchiamo radici e cerchiamo ali.
Abbiamo bisogno di radici per un’appartenenza, abbiamo bisogno di ali per esplorare, espanderci, evolverci.
Siamo alla ricerca della felicità.
Oltre il nostro orizzonte, il nostro tormento quotidiano, ci sono radici e ci sono ali.
C’è il tempo che ci neghiamo.
C’è il tempo bello e quello brutto che danzano insieme.
C’è il sorriso e la lacrima abbracciati sotto un albero.
L’albero della vita, che dà ombra e dà frescura, che perde foglie e si riveste di primavere, che sbatte i rami e ti culla con essi, che fa sibilare il vento e chiacchierare gli uccelli.
È sotto quell’albero la nostra ombra e la nostra luce.
Albero madre, albero padre.
Albero vita e albero morte.
Albero da cui troveremo ancora linfa per la vita con i suoi cicli, con i suoi passaggi segreti che scopriremo.
Solo il Credo in una vita che si rinnova nei suoi cicli visibili e invisibili ci riappacifica.
Ci riaccende di una scintilla.
Ci riporta alla vita.
Ci dà radici e appartenenze, ci dà ali per vivere il nostro infinito viaggio.
Rosa Iannone